ECUMENISMO
In questa pagina dedicata all'ecumenismo confrontiamo alcuni passi dell' Unitatis Redintegratio con la Mortalium Animos.
ECUMENISMO IN : Unitatis Redintegratio
"È infatti consuetudine per i cattolici di recitare insieme la
preghiera per l'unità della Chiesa,
con la quale ardentemente alla
vigilia della sua morte lo stesso Salvatore pregò il Padre: « che tutti
siano una cosa sola»
( Gv 17,21).
In alcune speciali circostanze,
come sono le preghiere che vengono indette « per l'unità » e nelle
riunioni ecumeniche, è lecito , anzi desiderabile, che i cattolici si
associno nella preghiera con i fratelli separati. Queste preghiere in
comune sono senza dubbio un mezzo molto efficace per impetrare la grazia
dell'unità e costituiscono una manifestazione autentica dei vincoli con
i quali i cattolici rimangono uniti con i fratelli separati: « Poiché
dove sono due o tre adunati nel nome mio, ci sono io in mezzo a loro » (
Mt 18,20)."
Questo santo Concilio desidera vivamente che le iniziative dei figli della Chiesa cattolica procedano congiunte con quelle dei fratelli separati, senza che sia posto alcun ostacolo alle vie della Provvidenza e senza che si rechi pregiudizio ai futuri impulsi dello Spirito Santo. Inoltre dichiara d'essere consapevole che questo santo proposito di riconciliare tutti i cristiani nell'unità di una sola e unica Chiesa di Cristo, supera le forze e le doti umane. Perciò ripone tutta la sua speranza nell'orazione di Cristo per la Chiesa, nell'amore del Padre per noi e nella potenza dello Spirito Santo. «La speranza non inganna, poiché l'amore di Dio è largamente diffuso nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci fu dato » ( Rm 5,5). "
CONDANNA ECUMENISMO IN Mortalium Animos
"Persuasi che rarissimamente si trovano uomini privi di qualsiasi
sentimento religioso, sembrano trarne motivo a sperare che i popoli, per
quanto dissenzienti gli uni dagli altri in materia di religione, pure
siano per convenire senza difficoltà nella professione di alcune
dottrine, come su un comune fondamento di vita spirituale. Perciò sono
soliti indire congressi, riunioni, conferenze, con largo intervento di
pubblico, ai quali sono invitati promiscuamente tutti a discutere:
infedeli di ogni gradazione, cristiani, e persino coloro che miseramente
apostatarono da Cristo o che con ostinata pertinacia negano la divinità
della sua Persona e della sua missione. Non possono certo ottenere
l’approvazione dei cattolici tali tentativi fondati sulla falsa teoria
che suppone buone e lodevoli tutte le religioni, in quanto tutte,
sebbene in maniera diversa, manifestano e significano egualmente quel
sentimento a tutti congenito per il quale ci sentiamo portati a Dio e
all’ossequente riconoscimento del suo dominio. Orbene, i seguaci di
siffatta teoria, non soltanto sono nell’inganno e nell’errore, ma
ripudiano la vera religione depravandone il concetto e svoltano passo
passo verso il naturalismo e l’ateismo; donde chiaramente consegue che
quanti aderiscono ai fautori di tali teorie e tentativi si allontanano
del tutto dalla religione rivelata da Dio.
Ma dove, sotto
l’apparenza di bene, si cela più facilmente l’inganno, è quando si
tratta di promuovere l’unità fra tutti i cristiani. Non è forse giusto —
si va ripetendo — anzi non è forse conforme al dovere che quanti
invocano il nome di Cristo si astengano dalle reciproche recriminazioni e
si stringano una buona volta con i vincoli della vicendevole carità?
E
chi oserebbe dire che ama Cristo se non si adopera con tutte le forze ad
eseguire il desiderio di Lui, che pregò il Padre perché i suoi
discepoli « fossero una cosa sola »?
. E lo stesso Gesù Cristo non volle
forse che i suoi discepoli si contrassegnassero e si distinguessero
dagli altri per questa nota dell’amore vicendevole: « In ciò
conosceranno tutti che siete miei discepoli se vi amerete l’un l’altro»?
. E volesse il Cielo, soggiungono, che tutti quanti i cristiani fossero
« una cosa sola »; sarebbero assai più forti nell’allontanare la peste
dell’empietà, la quale, serpeggiando e diffondendosi ogni giorno più,
minaccia di travolgere il Vangelo.
Questi ed altri simili argomenti
esaltano ed eccitano coloro che si chiamano pancristiani, i quali,
anziché restringersi in piccoli e rari gruppi, sono invece cresciuti,
per così dire, a schiere compatte, riunendosi in società largamente
diffuse, per lo più sotto la direzione di uomini acattolici, pur fra di
loro dissenzienti in materia di fede.
E intanto si promuove l’impresa
con tale operosità, da conciliarsi qua e là numerose adesioni e da
cattivarsi perfino l’animo di molti cattolici con l’allettante speranza
di riuscire ad un’unione che sembra rispondere ai desideri di Santa
Madre Chiesa, alla quale certo nulla sta maggiormente a cuore che il
richiamo e il ritorno dei figli erranti al suo grembo.
Ma sotto queste
insinuanti blandizie di parole si nasconde un errore assai grave che
varrebbe a scalzare totalmente i fondamenti della fede cattolica.
Pertanto, poiché la coscienza del Nostro Apostolico ufficio ci impone di
non permettere che il gregge del Signore venga sedotto da dannose
illusioni, richiamiamo, Venerabili Fratelli, il vostro zelo contro così
grave pericolo
, sicuri come siamo che per mezzo dei vostri scritti e
della vostra parola giungeranno più facilmente al popolo (e dal popolo
saranno meglio intesi) i princìpi e gli argomenti che siamo per esporre.
Così i cattolici sapranno come giudicare e regolarsi di fronte ad
iniziative intese a procurare in qualsivoglia maniera l’unione in un
corpo solo di quanti si dicono cristiani.
"A tali condizioni è chiaro che la Sede Apostolica non può in nessun modo partecipare alle loro riunioni e che in nessun modo i cattolici possono aderire o prestare aiuto a siffatti tentativi; se ciò facessero, darebbero autorità ad una falsa religione cristiana, assai lontana dall’unica Chiesa di Cristo. "
"Potrà sembrare che questi pancristiani, tutti occupati nell’unire le chiese, tendano al fine nobilissimo di fomentare la carità fra tutti i cristiani; ma come mai potrebbe la carità riuscire in danno della fede? Nessuno certamente ignora che lo stesso apostolo della carità, San Giovanni (il quale nel suo Vangelo pare abbia svelato i segreti del Cuore sacratissimo di Gesù che sempre soleva inculcare ai discepoli il nuovo comandamento: « Amatevi l’un l’altro »), ha vietato assolutamente di avere rapporti con coloro i quali non professano intera ed incorrotta la dottrina di Cristo: « Se qualcuno viene da voi e non porta questa dottrina, non ricevetelo in casa e non salutatelo nemmeno » . Quindi, appoggiandosi la carità, come su fondamento, sulla fede integra e sincera, è necessario che i discepoli di Cristo siano principalmente uniti dal vincolo dell’unità della fede.
E infine per terminare la questione sull'unità della Chiesa, Pio XI spiega bene che non esistono diverse chiese e che quindi non esiste una Chiesa da "riunire".
La Chiesa è già Una , in quanto le altre non lo sono.
MORTALIUM ANIMOS
"Pertanto, Venerabili Fratelli, facilmente si comprende come questa
Sede Apostolica non abbia mai permesso ai suoi fedeli d’intervenire ai
congressi degli acattolici; infatti non si può altrimenti favorire
l’unità dei cristiani che procurando il ritorno dei dissidenti all’unica
vera Chiesa di Cristo, dalla quale essi un giorno infelicemente
s’allontanarono: a quella sola vera Chiesa di Cristo che a tutti
certamente è manifesta e che, per volontà del suo Fondatore, deve
restare sempre quale Egli stesso la istituì per la salvezza di tutti.
Poiché la mistica Sposa di Cristo nel corso dei secoli non fu mai
contaminata né giammai potrà contaminarsi, secondo le parole di
Cipriano:
«Non può adulterarsi la Sposa di Cristo: è incorrotta e
pudica. Conosce una casa sola, custodisce con casto pudore la santità di
un solo talamo » . Pertanto lo stesso santo Martire a buon diritto
grandemente si meravigliava come qualcuno potesse credere « che questa
unità la quale procede dalla divina stabilità ed è saldata per mezzo di
sacramenti celesti, possa scindersi nella Chiesa e separarsi per
dissenso di volontà discordanti » . Essendo il corpo mistico di Cristo,
cioè la Chiesa uno, ben connesso ; e solidamente collegato, come il suo
corpo fisico, sarebbe grande stoltezza dire che il corpo mistico possa
essere il risultato di componenti disgiunti e separati . Chiunque perciò
non è con esso unito, non è suo membro né comunica con il capo che è
Cristo . "